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Il trasporto delle merci svolge un ruolo vitale nell’economia e nella qualità della vita delle città. Esso è essenziale alle attività di produzione e di consumo ed influenza la competitività dei settori della produzione e del commercio. Allo stesso tempo il traffico merci è causa di danni all’ambiente. È in competizione con il trasporto passeggeri per l’accesso alle aree centrali della città e per la risorsa spazio di parcheggio.

Le amministrazioni delle città, in particolare Roma, hanno affrontato il problema con forme diverse di regolazione, in alcuni casi sperimentando misure innovative – iniziative di logistica urbana – con il duplice obiettivo di andare incontro alle esigenze degli operatori coinvolti e di realizzare una mobilità sostenibile nell’interesse della collettività. Tuttavia, tali iniziative (es. transit-point, uso di veicoli a basso impatto ambientale) sono state sporadiche e non sistematiche.

Il trend generale, tranne qualche eccezione, rimane quello di un approccio non strutturale e poco orientato ad incentivare la collaborazione pubblico-privata.

La diffusione delle tecnologie rimane scarsa, così come gli approcci regolatori. Segnali in tal senso vengono da alcune iniziative a Roma volte a sistematizzare l’approccio alla distribuzione urbana. Manca una chiara indicazione in merito all’adozione di specifici piani per la logistica urbana che integrino quelli urbani del trasporto.

Roma, rispetto agli altri capoluoghi di provincia, anche per via della dimensione e dei volumi di traffico merci che la interessano, ha regolamentato da tempo l’accesso dei veicoli merci nell’area urbana, introducendo una ZTL merci e stabilendo un permesso annuale a pagamento.

I recenti atti di revisione della regolamentazione disincentivano l’uso di veicoli con bassi standard emissivi e a premiano l’uso di veicoli eco-compatibili (e.g. metano, elettrico), e i progetti sperimentali condotti da vari soggetti privati, anche con la partecipazione dell’amministrazione. Nel futuro si prevedono comunque iniziative positive per la logistica urbana, soprattutto nel senso della sostituzione dei parchi veicolari con veicoli a basso impatto ambientale (metano nel breve termine, elettrico nel lungo termine), così come l’implementazione di alcune piattaforme urbane per l’ultimo miglio (transit-point), anche se l’effetto sul settore sarà limitato.

Dogane e ICT

Una delle criticità nei traffici merci in Italia è lo scarso coordinamento operativo con l’attività di servizio doganale.

Lo Sportello Unico Doganale è in via di implementazione e si ritiene operativo nello scenario di riferimento. Questo comporterà un’organizzazione più flessibile dell’organico doganale, in modo da assicurare la piena operatività (H24), come peraltro già avviene in altri Stati membri dell’Unione europea.

Il sistema prevede l’allineamento degli orari di servizio di tutti gli organi che esercitano funzioni di controllo sulle merci, in particolare presso i punti di ingresso ed uscita delle merci dal/nel territorio, accorpandoli tutti, ove possibile, in uno stesso luogo (creazione di centri polifunzionali di servizi).

L’eCustoms sarà un ulteriore elemento di efficienza. Al 2030 sarà ormai operativo il cosiddetto Maritime Single Window, una sorta di cloud degli sportelli unici (doganali e delle formalità portuali) in grado di ridurre i tempi di transito nei porti e di aumentare l’accessibilità.

In termini tecnologici, il recente decreto 1/02/2013 di recepimento della Direttiva 40/2010/UE sugli ITS, ha dato il via alla piena implementazione della piattaforma telematica nazionale Uirnet, che dovrebbe consentire la gestione integrata del sistema logistico.