Piano Mobilità Lazio

Il Piano della Mobilità, dei Trasporti e della Logistica della Regione Lazio è stato impostato seguendo la metodologia più innovativa che recentemente si è affermata nel settore degli studi di pianificazione. Tale metodologia  prende il nome di “Backcasting”. Il termine, coniato dallo scienziato svedese Holmberg, professore alla Chalmers University, è stato per la prima volta utilizzato per connotare un nuovo approccio strategico allo sviluppo sostenibile.

Il backcasting è quel processo in cui si costruisce una visione, condivisa tra portatori di interesse, del futuro desiderato e, quindi, si identificano i passi necessari per conseguirla. Il backcasting definisce inizialmente una visione del futuro desiderabile, quindi procede all’indietro nel tempo identificando azioni, ovverosia politiche e progetti, che consentono di connettere il presente al futuro.

La domanda fondamentale dell’approccio del backcasting è: se si vuole ottenere un certo obiettivo, quali azioni dobbiamo intraprendere? Il backcasting sostituisce l’approccio più tradizionale, quello del cosiddetto “Forecasting”, che è il processo in cui si fanno previsioni del futuro sulla base dell’analisi delle tendenze in atto.

Anche nel backcasting si pone il problema di costruire uno o più scenari di riferimento: questi rappresentano gli scenari prevedibili sulla base delle tendenze in atto e delle azioni intraprese o programmate. Nell’approccio del backcasting questi scenari sono verificati in termini di conseguimento degli obiettivi previsti nella visione. Il passo finale consiste nell’identificare le azioni, non previste negli scenari di riferimento, necessarie a conseguire la visione.

Il backcasting è un metodo di pianificazione in cui la partecipazione dei cittadini e degli altri portatori di interesse, le imprese in genere e gli operatori del trasporto e della logistica in particolare, gioca un ruolo chiave, sia nella definizione della visione, sia in quella delle azioni.

Un esempio importante di applicazione dell’approccio del backcasting nel settore dei trasporti è rappresentato dal Libro Bianco “Una tabella di marcia verso uno spazio unico europeo dei trasporti”, emanato dalla Commissione Europea nel 2011.

Quale visione e quali scenari sono stati elaborati nell’ambito del Piano della Mobilità, dei Trasporti e della Logistica della Regione Lazio?

La visione è declinata in termini di obiettivi desiderabili e condivisi. L’obiettivo primario è quello di contribuire a realizzare un sistema dei trasporti che sostenga il progresso economico, rafforzi la competitività della Regione, e offra servizi di mobilità di elevato livello, garantendo allo stesso tempo un uso più efficace delle risorse. In pratica, i trasporti devono utilizzare meno energia ed energia più pulita, impiegare più efficacemente un’infrastruttura moderna contenendo la congestione, e ridurre il loro impatto sul territorio e gli ecosistemi.

Allo stesso tempo, non si può non fare riferimento agli obiettivi quantitativi che sono stati definiti a livello europeo.

L’iniziativa “Un’Europa efficiente sotto il profilo delle risorse”, definita nella strategia Europa 2020, intende affrontare la sfida consistente nell’interrompere la dipendenza del sistema dei trasporti dal petrolio, senza sacrificarne l’efficienza e compromettere la mobilità. L’Europa è impegnata a conseguire tre obiettivi entro il 2020, che prendono il nome di “obiettivi 20-20-20”: riduzione del 20% delle emissioni di gas serra rispetto al livello del 1990, aumento al 20% della quota di energie rinnovabili, aumento del 20% dell’efficienza energetica.

Il Libro Bianco europeo sui trasporti definisce la tabella di marcia per il conseguimento, entro il 2050, dell’obiettivo della riduzione, nel settore dei trasporti, delle emissioni di anidride carbonica, il principale responsabile dell’effetto serra, nella misura del 60% rispetto ai livelli del 1990. L’obiettivo è conseguente all’impegno di contenere il cambiamento climatico a +2°C di temperatura sui livelli pre-industriali.

Il Libro Bianco stabilisce inoltre alcuni obiettivi in settori specifici. Per il trasporto urbano il dimezzamento dell’uso delle autovetture alimentate con carburanti tradizionali entro il 2030 e la completa eliminazione entro il 2050. Ancora nel trasporto urbano il conseguimento di un sistema di logistica a zero emissioni di anidride carbonica entro il 2030. Nel trasporto stradale l’obiettivo “zero vittime” entro il 2050, mentre il numero di vittime dovrebbe essere dimezzato entro il 2020. Sulle percorrenze superiori a 300 km, il 30% del trasporto merci su strada dovrebbe essere trasferito entro il 2030 verso altri modi, quali la ferrovia e le vie navigabili. Entro il 2050 questa percentuale dovrebbe passare al 50%.

Gli scenari di riferimento del Piano identificano gli sviluppi futuri della mobilità che conseguono alle tendenze in atto e agli interventi previsti nei piani e programmi esistenti.

Sono di interesse le tendenze nelle sfere demografica, economica e sociale e nelle tecnologie che possono influenzare il sistema di trasporto, sia a livello di domanda sia a livello di offerta di infrastrutture e servizi.

Alcune tendenze sono comuni a contesti di dimensione europea o mondiale. Nella letteratura scientifica queste tendenze sono denominate “megatrend”.

Nella sfera demografica l’invecchiamento della popolazione. In quella sociale la trasformazione del mercato del lavoro che tende verso forme nuove, più flessibili, di contrattualizzazione che hanno impatti sulla localizzazione e gli orari delle attività e sono incentivate dalla diffusione delle tecnologie telematiche. Si pensi ad esempio al telelavoro. Queste tendenze hanno ripercussioni importanti sulla mobilità, principalmente in termini di estensione all’intera giornata della congestione che si ha nelle aree urbane, in passato limitata alle ore di punta.

Di rilievo nella sfera economica la regolamentazione di servizi che in passato erano caratterizzati da monopoli pubblici, regolamentazione che apre il mercato alla concorrenza così da incentivare la riduzione dei prezzi e gli aumenti della qualità.

Le tendenze al livello locale

Altre tendenze si manifestano a livello geografico locale. Tra quelle più significative in termini di impatti sulla mobilità, le differenziazioni a livello territoriale della crescita della popolazione: la crescita si è manifestata con intensità maggiore nei comuni periferici dell’area metropolitana romana rispetto alla capitale.

Per alcuni aspetti l’incertezza dell’evoluzione futura è elevata, e le previsioni più difficili, anche a causa dell’orizzonte di medio-lungo periodo che il Piano intende traguardare. Il progetto europeo Optimism si è occupato di identificare, attraverso una consultazione di esperti, i fattori per i quali l’incertezza e l’impatto sulla mobilità sono più elevati.

Tra questi fattori figura il prezzo dell’energia e, in particolare, quello del petrolio. Oggi si aprono nuovi scenari a livello mondiale: lo “shale oil”, il petrolio estratto nelle profondità rocciose degli Stati Uniti, avrà presumibilmente l’effetto di ridurre l’influenza dei paesi tradizionalmente esportatori di questa fondamentale “commodity”. Un altro motivo di incertezza relativo al prezzo del petrolio è legato all’influenza dei grandi trader finanziari dovuta alla crescita del mercato dei “futures”, contratti di acquisto differito che alimentano speculazioni. E’ da non dimenticare, infine, l’effetto sul prezzo esercitato dalla stessa domanda che potrà subire riduzioni più o meno significative in dipendenza della disponibilità e dei prezzi delle altre fonti energetiche.

Un altro fattore di elevata incertezza è relativo alle nuove tecnologie, soprattutto nell’area delle cosiddette ICT, Information and Communication Technologies. L’incertezza è legata non solo alla previsione delle nuove applicazioni che potranno essere rese possibili, ma anche a quella della diffusione che tali tecnologie potranno avere. Si tratta di tecnologie abilitanti sia per l’offerta di nuovi servizi di informazione all’utenza, sia per quella di nuovi servizi di mobilità quali il car sharing.

E’ il caso dell’internet delle cose, in inglese “internet of things”. Gli oggetti e i luoghi dell’ambiente fisico acquisiscono identità elettronica e, quindi, un ruolo attivo, grazie al collegamento ad internet. Ad esempio, la sveglia potrà suonare prima in caso di traffico superiore al normale.

Un altro è quello dell’”energy harvesting”, anche noto come “energy scavenging”, che consiste nella possibilità di convertire in energia elettrica, ad esempio per la ricarica di cellulari e smartphone, le sorgenti comunemente disponibili nell’ambiente. Tra queste l’energia cinetica di oggetti in moto e delle stesse persone, e l’energia solare.

Infine, ci sono le incertezze sull’offerta di infrastrutture di trasporto e sulle politiche del settore che verranno adottate. Per quel che riguarda le infrastrutture esiste una molteplicità di livelli di pianificazione che si sovrappongono, pianificazione effettuata dai governi, da quello europeo a scendere fino a quello comunale. A questa già notevole complessità si aggiunge la pianificazione che è effettuata da enti quali le Ferrovie dello Stato, Aeroporti di Roma, l’Autorità Portuale che sovrintende Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta.

Nell’ambito del Piano è stata effettuata una dettagliata ricognizione delle infrastrutture previste nei diversi documenti di piano esistenti, attività indispensabile per poter assolvere quella funzione di coordinamento che la Regione Lazio è chiamata a svolgere. Sono stati definiti due scenari, uno scenario cosiddetto “Do Minimum” caratterizzato dalle infrastrutture già cantierate o finanziate, e uno scenario “Do Everything” caratterizzato dall’aggiunta di quelle infrastrutture che i diversi piani prevedono e per le quali l’incertezza di realizzazione è più elevata.

Se da una parte l’obiettivo del conseguimento di una mobilità sostenibile è ampiamente condiviso, dall’altra vi sono dissenso e incertezza sulle politiche che devono essere adottate dai governi nazionali per conseguirlo. A livello europeo è stato affermato l’obiettivo di procedere verso la piena applicazione dei principi “chi utilizza paga” e “chi inquina paga”, in particolare, ma non solo, nel settore del trasporto stradale. L’implementazione di misure ispirate a questi principi sarebbe in grado, a differenza delle accise sui carburanti che oggi costituiscono la principale forma di tassazione, di creare disincentivi agli spostamenti nelle ore e nelle parti delle reti di trasporto caratterizzate da più elevata congestione e impatti sull’ambiente circostante. Finora tale misura è stata applicata da alcuni paesi, ad esempio la Germania, limitatamente al traffico merci pesante e ad alcune strade della rete.