ricarica-auto-elettrica

Nell’ambito delle telecomunicazioni, ma anche dei sistemi di trasporto sempre più caratterizzati da veicoli dotati di alimentazione elettrica, ovviare alla presenza delle batterie non è semplice e le strade percorribili sono sostanzialmente due: l’energy scavenging, ossia il tradurre in energia elettrica altre forme di energia presenti nell’ambiente circostante; la trasmissione di energia senza fili.

Quest’ultima tecnologia è basata sulle onde evanescenti e sui circuiti risonanti accoppiati. Sebbene esistano ancora dei limiti tecnologici a tale approccio, già ora una ricaduta applicativa è possibile per quanto concerne la ricarica senza fili di telefonini, notebook e altri dispositivi multimediali. Infatti, una soluzione molto semplice prevede l’integrazione di un loop emittente (avvolgimento elettrico sede di fenomeni induttivi) in qualunque superficie disponibile (tavoletta, scrivania o altri supporti ergonomici), rendendo così possibile un’efficientissima ricarica di qualunque dispositivo portatile semplicemente appoggiandolo su di essa.

Nel medio-lungo termine invece, un dispositivo a onde evanescenti potrebbe risultare impareggiabile nell’ovviare alluso massivo delle batterie in scenari emergenti come l’Internet delle cose, con un positivo impatto in termini economici e manutentivi, ma soprattutto contribuendo a migliorare l’impatto ecologico, tema assai caro sul fronte dell’impiego efficiente delle fonti energetiche.

Le integrazioni tra dispositivi

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La rapida evoluzione dei dispositivi elettronici ha reso disponibili eccezionali potenze di calcolo caratterizzate con un ingombro sempre più ridotto. Le tecnologie di integrazione emergenti, che consentiranno volumi ancora più piccoli e una maggiore densità funzionale associata, potranno portare a una nuova rivoluzione nei sistemi di pervasivi che caratterizzeranno anche il monitoraggio dei futuri sistemi di trasporto.

Tali dispositivi, includenti sensori delle tipologie più svariate, sono applicabili sia ai veicoli sia al repertorio dei dispositivi strettamente personali che seguono gli utenti per l’intero corso della giornata, o almeno nei percorsi al di fuori delle mura domestiche e quindi destinati a definire il tipico “utente in mobilità”. Tali sensori, esemplificando soluzioni già in commercio, possono avere come obiettivo variabili ambientali (ad es., presenza di inquinanti, qualità dell’aria), o lo stato fisico del paziente (ad es. variabili biologiche).